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Il segmento testuale Ercole Marelli è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 15Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 543

Brano: Marelli, Magneti

tagna, assicurando a queste l’invio di uomini e mezzi.

« Gruppi di difesa della donna »

AH’interno dello stabilimento Ercole Marelli i « Gruppi di difesa della donna » (v.) lavorarono intensamente per allargare la partecipazione femminile alla lotta, rendendo le donne coscienti delle loro condizioni di lavoro e di sfruttamento.

Si legge a tal riguardo in una relazione: « Nella ditta Ercole Marelli, reparto fonderia, lavorano ragazze di meno di 16 anni per 3,75 lire all’ora. Le condizioni di lavoro sono durissime [...]. Nella massa lavoratrice le donne sono le più colpite [...] si devono mettere alla testa della lotta, e con l'aiuto dei G.D.D. presentare le propria rivendicazioni e trascinare con loro gli uomini. Solo con una lotta continua, dura e incessante, le donne raggiungeranno i propri scopi ».

Dopo la costituzione del G.D.D. interno, negli ultimi giorni del gennaio 1945, la prima iniziativa di questo fu la manifestazione per l’8 marzo, « Giornata internazionale della donna ».[...]

[...]vizzera, era troppo compromessa, si assicurò la maggioranza del capitale azionario e si fece nominare presidente della Società, carica che avrebbe poi conservato. Nominato un Consiglio di gestione (v.), questo fu continuamente intralciato nel suo funzionamento, finché nel 1947, dopo una serie di rappresaglie e di intimidazioni, la Direzione approfittò della mutata situazione per eliminarlo di fatto. Negli anni del dopoguerra gli ope

rai della Ercole Marelli continuarono comunque a essere in prima fila nelle lotte sindacali. Con gli scioperi unitari degli elettromeccanici del 1960 daranno il via a quella serie di agitazioni che, negli anni ’60, consentiranno al movimento operaio di ricostruire la propria unità d’azione e di organizzazione di base.

Bibliografia: Venti anni di vita della Ditta Ercole Marelli, Milano 1911; Rivista mensile Marelli, 19261943; Appunti sulla Ercole Marelli, dal Fondo Rossinovich per concessione dell’ISMEO di Sesto San Giovanni; Piero Melograni, Benni, Antonio Stefano, in « Dizionario biografico degli italiani », voi. Vili, pp. 558562; Emanuele Tortoreto, Notizie sul movimento operaio in Milano dal 25 luglio 1943 al marzo 1944, in « Il movimento di liberazione in Italia », n. 43, Milano 1956; Il grande sciopero di Milano, in « La nostra lotta », Anno II, n. 2, gennaio 1944; Carteggio del C.L.N.A.I. con i G.D.D., f. 7, aprile 1945, Archivio C.L.N.A.I., C 18 (per concessione ISML); Emilio Sereni, C.L.N. Comitati di liberazione nazionale. Nella cos[...]

[...]ro di Milano, in « La nostra lotta », Anno II, n. 2, gennaio 1944; Carteggio del C.L.N.A.I. con i G.D.D., f. 7, aprile 1945, Archivio C.L.N.A.I., C 18 (per concessione ISML); Emilio Sereni, C.L.N. Comitati di liberazione nazionale. Nella cospirazione, nella insurrezione, nella ricostruzione, Milano 1945.

L.Za.

Marelli, Magneti

Fabbrica Italiana Magneti Marelli. Società per azioni fondata a Milano nel 1919, in seguito a un accordo tra la Ercole Marelli (v.) e la FIAT (v.), con un capitale sociale di 7.000.000 di lire sottoscritto dalle due associate in parti ugua

li. Con tale operazione la FIAT si assicurò un effettivo potere all’interno di un'industria la cui produzione veniva in larga parte utilizzata dal settore automobilistico. Presidente della Società fu nominato l’ing. Bruno Antonio Quintavalle (n. a Sassari il 4.4.1891) che aveva sposato una figlia di Ercole Marel

li e che, dal 1918, dirigeva il reparto per la fabbricazione di magneti della Marelli. La vicepresidenza fu assunta da Antonio Stefano Benni che dal 1922, alla morte [...]

[...]ssicurò un effettivo potere all’interno di un'industria la cui produzione veniva in larga parte utilizzata dal settore automobilistico. Presidente della Società fu nominato l’ing. Bruno Antonio Quintavalle (n. a Sassari il 4.4.1891) che aveva sposato una figlia di Ercole Marel

li e che, dal 1918, dirigeva il reparto per la fabbricazione di magneti della Marelli. La vicepresidenza fu assunta da Antonio Stefano Benni che dal 1922, alla morte di Ercole Marelli, sarebbe diventato anche presidente di quella Società. Sicché, nonostante la fisionomia autonoma, il nuovo complesso mantenne costantemente un forte legame con la Casa madre, venendo a costituire, con tutte le altre consociate nel campo dell'elettrotecnica e dell elettromeccanica, uno dei maggiori « trust » dell’industria italiana.

Se la Ercole Marelli, sorta durante la « rivoluzione industriale », abbandonò sotto la direzione del presidente Benni la tradizione paternalistica del fondatore per abbracciare all'avvento del fascismo le ultime teorie dell’« uomo macchina », si può dire che la F.i.M.M. nacque già immersa in questo

543



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 539

Brano: [...]nternazionali in difesa della Repubblica spagnola. Dopo la sconfitta dei repubblicani passò in Francia, dove fu internato nel campo di Vernet. Successivamente fu tradotto in Italia e assegnato al confino a Ventotene.

Dopo l’8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza goriziana. Cadde nella battaglia di Gorizia (v.).

Marelli Ercole, Società

Complesso industriale elettromeccanico fondato nel novembre 1891 da Ercole Marelli (n. a Milano nel 1867, m. ad Azzano nel 1922); nel 1973 occupava circa 6.500 dipendenti negli stabilimenti di Sesto San Giovanni (Milano).

Dalle origini al fascismo (18911922)

Già operaio del Tecnomasio, ditta elettromeccanica milanese, Ercole Marelli diede avvio alla propria attività autonoma aprendo una officina artigiana in via Ausonio a Milano, per produrre piccole macchine elettriche, pile, accumulatori, parafulmini, lampade ad arco. L’arrivo dei primi « agitatori d’aria elettrici » di fabbricazione americana gli suggerì di imitarli per venderli poi a prezzi di concorrenza. I suoi modelli incontrarono tanto il favore del mercato che la piccola officina diventò presto insufficiente a soddisfare le richieste sicché l’anno dopo si impose il trasferimento dell'attività di produzione in una sede più adatta in via Farini, dove il numero deg[...]

[...]venienza germanica). Liberato il mercato italiano da questa schiacciante concorrenza, nuove possibilità di sviluppo si aprivano per l'elettromeccanica nazionale. Tale insieme di fattori diede quell'impulso che, nel giro di pochi anni, trasformò una media industria produttrice di ventilatori nel maggiore « trust » italiano del settore elettromeccanico e elettrotecnico, settore prima interamente controllato da società straniere.

Quando nel 1922 Ercole Marelli morì, lasciò ai figli un complesso di

stabilimenti, macchinari e terreni valutato tra i maggiori patrimoni d'Italia, e soprattutto le più favorevoli prospettive di sviluppo monopolistico in un settore economico di vitale importanza.

Simbiosi con il fascismo

Quantunque la proprietà delle due Società Marelli restasse ai figli del fondatore, l'effettiva direzione delle aziende passò nelle mani del Benni. Nell'agosto 1923 egli fu nominato presidente del consiglio di amministrazione, direttore generale della « Ercole Marelli » e inoltre vicepresidente della « Magneti Marelli ».

La carr[...]

[...]rreni valutato tra i maggiori patrimoni d'Italia, e soprattutto le più favorevoli prospettive di sviluppo monopolistico in un settore economico di vitale importanza.

Simbiosi con il fascismo

Quantunque la proprietà delle due Società Marelli restasse ai figli del fondatore, l'effettiva direzione delle aziende passò nelle mani del Benni. Nell'agosto 1923 egli fu nominato presidente del consiglio di amministrazione, direttore generale della « Ercole Marelli » e inoltre vicepresidente della « Magneti Marelli ».

La carriera politica del Benni, che già prima della guerra era entrato a far parte del « Comitato milanese di azione interna » dai propositi decisamente interventisti e proprio in quel Comitato aveva conosciuto Benito Mussolini, prese serio avvio nel periodo in cui il fascismo incominciò a occupare un posto di rilievo nella vita pubblica italiana. Eletto deputato a Milano nel 1921, il Benni svolse fra gli industriali lombardi un importante ruolo nelle vicende che precedettero e accompagnarono la marcia su Roma. Il suo atteggiamento fu a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 494

Brano: Sesto San Giovanni

domani, insieme a tutte le fabbriche milanesi, scendevano in sciopero gli altri stabilimenti Falck, la Ercole Marelli, la Pirelli, mentre alla Breda si fermavano parzialmente le sole Sezioni IV e V. Lo sciopero riprese il 27 alla Falck e il 29 alla Breda. Per questa clamorosa dimostrazione furono arrestati 50 lavoratori della Breda, della Pirelli, della Falck e dell’Èrcole Marelli. Di questi, 30 furono immediatamente processati davanti al Tribunale militare territoriale di Milano e solo a fine agosto del 1943, dopo la caduta del fascismo, poterono riacquistare la libertà. Fra gli arrestati erano alcuni esponenti che, catturati dai tedeschi nei mesi dell’occupazione, saranno fucilati (come il già ricordato Giulio Casiraghi e Luciano Migliorini) o deportati in Germania da dove non faranno ritorno (come Enrico Bracesco e Pietro Mercante) .

I 45 giorni del governo Badoglio

Dopo le manifestazioni di giubilo seguite alla caduta del fascismo si procedette ad espellere d[...]

[...]o le manifestazioni di giubilo seguite alla caduta del fascismo si procedette ad espellere dalle aziende sestesi le spie e gli aguzzini fascisti: alla sola Breda, circa 300 dipendenti furono costretti a lasciare la fabbrica.

Nella prima settimana di agosto del

1943 si procedette alla elezione delle Commissioni interne, nelle quali risultarono eletti tecnici, operai e impiegati appartenenti a tutti i partiti antifascisti. I lavoratori della Ercole Marelli e della Breda elessero come loro rappresentanti anche membri della Direzione tecnica aziendale, noti per il loro antifascismo e apprezzati per la loro dirittura morale.

Presso il Dopolavoro Breda venne costituito un comitato unitario politico e sindacale ufficioso, molto ampio, di cui vennero chiamati a far parte: l’ingegnere Umberto Fogagnolo (v.) del P.d.A. e Aurelio Brasca del P.C.I., membri della C.l. Ercole Marelli; Umberto fìecalcati (v.), ex deputato socialista e operaio delle Argenterie Broggi; Mario Asti ed Enrico Recalcati, democristiani; Virgilio Seveso, Carlo Benaglia, Mario Lorenzi, tutti comunisti della Falck; Antonio Roglio, Mario Finetti, Eugenio Mascetti ed Ettore Gobbi del P.C.I.; Arnaldo Prina, Leonardo Meri ini e Dario Tagliaferri, del P.S.I. e tutti della Breda; Luigi Riva del P. d'A. e Antonio Mantovani del P.C.I., entrambi della Magneti Marelli; Ciro Pianosi, repubblicano, della Moto Garelli; Ezio Baroncini,

artigiano sarto, indipendente. Insediato in permanenza fuori dell’orario di[...]

[...], a bordo di camion, si portò a Como per unirsi agli operai óeWlsotta Fraschini e della Caproni là confluiti per dare vita a una formazione armata in grado di fronteggiare eventuali attacchi tedeschi. Ma, dopo aver inutilmente atteso che maturassero decisioni in tal senso, al gruppo non rimase che rientrare a Sesto.

Il 10 settembre i tedeschi istituirono prontamente presìdi per controllare la produzione bellica della Falck, della Breda, della Ercole Marelli, della Pirelli e della Magneti Marelli. I primi bandi emessi dal Comando tedesco intimarono la cessazione di ogni movimento non autorizzato, ma la popolazione reagì aiutando in varie forme i soldati sbandati e i prigionieri di guerra

alleati fuggiti dai campi di prigionia. Nelle fabbriche si cominciò inoltre a organizzare su vasta scala, sotto gli occhi dei tedeschi e con gravi rischi, anche il sabotaggio della produzione.

La lotta dei G.A.P.

Già alla fine di ottobre del 1943 i comunisti milanesi davano vita ai Gruppi di azione patriottica (v. G. A.P.), i cui primi aderenti furono re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 492

Brano: [...]ramazioni alla Falck (anche se questo gruppo faceva vita a sé) ed era diretta da Mario Todeschi e Werther Bertoncini, mentre Virgilio Seveso e Carlo Benaglia erano responsabili del nucleo Falck. A Sesto nuova operava un’organizzazione più ampia, collegata con la realtà circostante e in grado di orientare più vasti strati di cittadini. Questa cellula, diretta da Giulio Casiraghi e Liborio (Libero) Baldanza, era collegata a un gruppo interno della Ercole Marelli e a diversi nuclei della Breda. Dal 1929 la cellula cominciò a ciclostilare e a diffondere un foglio clandestino intitolato Il Risveglio, ed era inoltre collegata con il Centro estero del Partito a Parigi. Nel 1930 17 membri di questa cellula vennero arrestati con altri milanesi e deferiti al Tribunale speciale che, il 10.11.

1931, condannò alcuni di essi a vari anni di reclusione: Giulio Casiraghi (4 anni), Ugo Torretta (3 anni), Angelo Barbieri (5 anni), Rodolfo Camagni (3 anni) ed Eugenio Mascetti (3 anni). Libero Baldanza processato nel 1932, fu assolto. Cadde così l’intero gruppo diri[...]

[...]ero del Partito a Parigi. Nel 1930 17 membri di questa cellula vennero arrestati con altri milanesi e deferiti al Tribunale speciale che, il 10.11.

1931, condannò alcuni di essi a vari anni di reclusione: Giulio Casiraghi (4 anni), Ugo Torretta (3 anni), Angelo Barbieri (5 anni), Rodolfo Camagni (3 anni) ed Eugenio Mascetti (3 anni). Libero Baldanza processato nel 1932, fu assolto. Cadde così l’intero gruppo dirigente e il collegamento con la Ercole Marelli venne meno, ma alla Breda continuò l’attività politica. Qualche mese più tardi una nuova serie di arresti intaccava parzialmente la cellula di Sesto vecchia che, anche a causa del forzato espatrio di Mario Todeschi, si era ridotta al gruppo operante alla Falck.

Nel 1933, aH’interno della III Sezione Breda (Fucine), l’operaio Ercole Bazzoni si collegò con alcuni giovani lavoratori costituendo una nuova organizzazione clandestina: il Gruppo cellule Nord Milano. Questa organizzazione aveva diramazioni in fabbriche e quartieri della fascia nord della metropoli, nonché nei comuni di Cinisello B[...]

[...]H’interno della III Sezione Breda (Fucine), l’operaio Ercole Bazzoni si collegò con alcuni giovani lavoratori costituendo una nuova organizzazione clandestina: il Gruppo cellule Nord Milano. Questa organizzazione aveva diramazioni in fabbriche e quartieri della fascia nord della metropoli, nonché nei comuni di Cinisello Balsamo, Bresso, Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino e Monza, mentre a Sesto San Giovanni stabilì nuovi collegamenti alla Ercole Marelli e con il quartiere circostante tramite Darles Fusetti, e alla Magneti Marelli tramite Antonio Mantovani e Santo Caspani.

492



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 500

Brano: [...]Commissario Giuseppe Mariani; vicecommissario: Giuseppe Carrà.

128a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Esposti” (Breda 2a, 3a e 4a). Comandante Riccardo Zamboni (Gamba); vicecomandante Aldo Prosperi; commissario: Mario Rho (Mirko). Distaccamento 108a Bis poi Brigata (Garelli e altre piccole fabbriche). Comandante Ottavio Vernocchi; commissario Giovanni De Lorenzi; Distaccamento Garibaldi dei magazzini Breda di Lissone.

X Divisione Garibaldi (Ercole Marelli — Magneti Marelli — Falck). Comandante Basilio Pitea (Oscar); commissario Bruto Mauri; forza complessiva 800 partigiani e patrioti. Comprende:

109a Brigata Garibaldi S.A.P. “Giulio Casiraghi” (Ercole Marelli). Comandante Oscar Pitea, poi Giuseppe Rossi; commissario: Bruto Mauri, poi Walter Paganini.

129a Brigata Garibaldi S.A.P. “Carlo Mandel” (Magneti Marelli). Comandante Aldo Pastrel

10 (Venezia); Commissario Dagaro.

184a Brigata Garibaldi S.A.P. “Luciano Migliorini” (Falck). Comandante: Antonio Consonni (Zetta); vicecomandante Angelo Bertagna (Kappa); commissario Marco Boracchi (Carlo); vicecommissario Carlo Coscia.

XI Divisione Garibaldi (Pirelli — Pirelli Sapsa) 107a Brigata Garibaldi S.A.P. “Libero Temolo” e 127a Brigata Garibaldi S.A.P. “Libero Temolo”. Comandante Walter Vacche[...]

[...]erritoriali.

75a Brigata “Giustizia e Libertà”. Comandante Arrigo Samaritani (Bianchi); vicecomandante Livio Terpin; commissario Luigi Riva. Conta circa 350 partigiani e patrioti. È organizzata con distaccamenti in tutte le grandi fabbriche.

49a Brigata Matteotti S.A.P. “De Zorzi”. Comandante Bruno Stucchi; vicecomandante Aldo Mosconi; commissario Arnaldo Prina. La Brigata conta 680 partigiani e patrioti e comprende 6 Distaccamenti: Breda, Ercole Marelli. Magneti Marelli, Falck, Pirelli, territorio con piccole fabbriche.

Settarismo

Tendenza ideale e comportamento del settario, ossia dell’appartenente a una setta. Dal latino seda (derivante da sequi = seguire), questa è un associazione limitata di persone che, seguendo un credo filosofico, religioso e anche politico,

antepone a tutto i propri principi e interessi di parte. Nella prassi politica il settarismo ha acquisito anche i significati di chiusura mentale, attaccamento alle vecchie idee e incapacità di cogliere il “nuovo” emergente dai fatti sociali, faziosità e intolleranza nei [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 490

Brano: [...]no. Il fenomeno era parte dell’incipiente sviluppo industriale di una vasta area agricola che partendo dai comuni di Niguarda, Crescenzago, Greco, Turro, Gorla, Precotto e investendo appunto Sesto San Giovanni, raggiungeva l’abitato di Monza. Nei suddetti territori si avviava l’esecuzione di un piano di lottizzazione al quale erano interessati grandi industriali quali Giovan Battista Pirelli (v.), Ernesto Breda (v.), Giorgio Enrico Falck (v.) ed Ercole Marelli (v.).

Fra il 1903 e il 1910 sulle aree agricole sestesi si insediavano quindi grandi, medie e piccole aziende dei settori meccanico, siderurgico, tessile e alimentare che non trovavano più spazio negli storici quartieri industriali della vicina Milano: la Breda, l’Èrcole Marelli, la Falck, la Turrinelli, VAttilio Franco, le Trafilerie e Punterie Lombarde, la Barelli, la Balconi, la Kruse, la Sulzer, la Gabbi oneta, la Cam pari, la Moroni, \'A

1 e magna, le Trafilerie Spadaccini, la Maggi e altre trasformavano così rapidamente il sonnolento borgo in una moderna cittadina industriale, inducendo da Milano e dalla sua provincia, dalle zone prealpine lombarde e, in misura minore, dal resto d’Italia, una forte corrente migratoria e pendolare che avrebbe caratterizzato Sesto sino agli anni Sessanta.

Fra il 1912 ed il 1919, grazie alle commesse belliche statali, le gra[...]

[...]amente il sonnolento borgo in una moderna cittadina industriale, inducendo da Milano e dalla sua provincia, dalle zone prealpine lombarde e, in misura minore, dal resto d’Italia, una forte corrente migratoria e pendolare che avrebbe caratterizzato Sesto sino agli anni Sessanta.

Fra il 1912 ed il 1919, grazie alle commesse belliche statali, le grandi e medie aziende metalmeccaniche si sviluppavano ulteriormente, mentre nel 1919 dal corpo della Ercole Marelli, con capitali Fiat, nasceva la Magneti Marelli (v.), quarta fra le grandi aziende sestesi. L’insediamento di industrie continuava incessante fra il 1912 e il 1929: in questo periodo si trasferivano a Sesto le Distillerie Italiane, la Moto Garelli, la Salpa (poi Pirelli Sapsa). Dopo i tardivi riflessi italiani della “grande depressione”, dal 1934 il polo sestese si espandeva nuovamente in virtù delle commesse belliche: proiettili di tutti i tipi, mitragliere e artiglieria, corazzatura e mezzi semoventi, congegni di puntamento, motori navali e aerei.

In questi decenni di rapida industrializz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 712

Brano: [...]nazista e dell’ondata fascista di ritorno.

La prima avvisaglia che si stava scatenando la battaglia operaia su un fronte più vasto si ebbe tuttavia il 2.11.1943 alla Breda (v.) di Sesto San Giovanni, e ne seguì la lotta del dicembre, quando fra il 13 e il 20 le autorità naziste e fasciste si trovarono alle prese con uno sciopero che era una vera e propria rivolta. Iniziato, oltre che alla Breda, in altre aziende di punta (Innocenti, Magnaghi, Ercole Marelli, Magneti Marelli, Olap, Pirelli, Radaelli, Elettromeccanica Lombarda, Moto Garelli)

lo sciopero si estese poi alla Caproni, alla Falck, all’Alfa Romeo, alla Brown Boveri Tecnomasio Italiano e a una miriade di aziende minori. In sostanza si trattava della prima prova di forza contro l’occupazione tedesca, nel cui ambito i padroni svolgevano un ruolo di sfruttamento autonomo rispetto a quello dei fascisti e dei nazisti. Quando le delegazioni operaie si presentarono alle direzioni per porre le proprie rivendicazioni (raddoppiamento dei salari, indennità giornaliera da 10 a 18 lire, premio di [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ercole Marelli, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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