Brano: Marelli, Magneti
tagna, assicurando a queste l’invio di uomini e mezzi.
« Gruppi di difesa della donna »
AH’interno dello stabilimento Ercole Marelli i « Gruppi di difesa della donna » (v.) lavorarono intensamente per allargare la partecipazione femminile alla lotta, rendendo le donne coscienti delle loro condizioni di lavoro e di sfruttamento.
Si legge a tal riguardo in una relazione: « Nella ditta Ercole Marelli, reparto fonderia, lavorano ragazze di meno di 16 anni per 3,75 lire all’ora. Le condizioni di lavoro sono durissime [...]. Nella massa lavoratrice le donne sono le più colpite [...] si devono mettere alla testa della lotta, e con l'aiuto dei G.D.D. presentare le propria rivendicazioni e trascinare con loro gli uomini. Solo con una lotta continua, dura e incessante, le donne raggiungeranno i propri scopi ».
Dopo la costituzione del G.D.D. interno, negli ultimi giorni del gennaio 1945, la prima iniziativa di questo fu la manifestazione per l’8 marzo, « Giornata internazionale della donna ».[...]
[...]vizzera, era troppo compromessa, si assicurò la maggioranza del capitale azionario e si fece nominare presidente della Società, carica che avrebbe poi conservato. Nominato un Consiglio di gestione (v.), questo fu continuamente intralciato nel suo funzionamento, finché nel 1947, dopo una serie di rappresaglie e di intimidazioni, la Direzione approfittò della mutata situazione per eliminarlo di fatto. Negli anni del dopoguerra gli ope
rai della Ercole Marelli continuarono comunque a essere in prima fila nelle lotte sindacali. Con gli scioperi unitari degli elettromeccanici del 1960 daranno il via a quella serie di agitazioni che, negli anni ’60, consentiranno al movimento operaio di ricostruire la propria unità d’azione e di organizzazione di base.
Bibliografia: Venti anni di vita della Ditta Ercole Marelli, Milano 1911; Rivista mensile Marelli, 19261943; Appunti sulla Ercole Marelli, dal Fondo Rossinovich per concessione dell’ISMEO di Sesto San Giovanni; Piero Melograni, Benni, Antonio Stefano, in « Dizionario biografico degli italiani », voi. Vili, pp. 558562; Emanuele Tortoreto, Notizie sul movimento operaio in Milano dal 25 luglio 1943 al marzo 1944, in « Il movimento di liberazione in Italia », n. 43, Milano 1956; Il grande sciopero di Milano, in « La nostra lotta », Anno II, n. 2, gennaio 1944; Carteggio del C.L.N.A.I. con i G.D.D., f. 7, aprile 1945, Archivio C.L.N.A.I., C 18 (per concessione ISML); Emilio Sereni, C.L.N. Comitati di liberazione nazionale. Nella cos[...]
[...]ro di Milano, in « La nostra lotta », Anno II, n. 2, gennaio 1944; Carteggio del C.L.N.A.I. con i G.D.D., f. 7, aprile 1945, Archivio C.L.N.A.I., C 18 (per concessione ISML); Emilio Sereni, C.L.N. Comitati di liberazione nazionale. Nella cospirazione, nella insurrezione, nella ricostruzione, Milano 1945.
L.Za.
Marelli, Magneti
Fabbrica Italiana Magneti Marelli. Società per azioni fondata a Milano nel 1919, in seguito a un accordo tra la Ercole Marelli (v.) e la FIAT (v.), con un capitale sociale di 7.000.000 di lire sottoscritto dalle due associate in parti ugua
li. Con tale operazione la FIAT si assicurò un effettivo potere all’interno di un'industria la cui produzione veniva in larga parte utilizzata dal settore automobilistico. Presidente della Società fu nominato l’ing. Bruno Antonio Quintavalle (n. a Sassari il 4.4.1891) che aveva sposato una figlia di Ercole Marel
li e che, dal 1918, dirigeva il reparto per la fabbricazione di magneti della Marelli. La vicepresidenza fu assunta da Antonio Stefano Benni che dal 1922, alla morte [...]
[...]ssicurò un effettivo potere all’interno di un'industria la cui produzione veniva in larga parte utilizzata dal settore automobilistico. Presidente della Società fu nominato l’ing. Bruno Antonio Quintavalle (n. a Sassari il 4.4.1891) che aveva sposato una figlia di Ercole Marel
li e che, dal 1918, dirigeva il reparto per la fabbricazione di magneti della Marelli. La vicepresidenza fu assunta da Antonio Stefano Benni che dal 1922, alla morte di Ercole Marelli, sarebbe diventato anche presidente di quella Società. Sicché, nonostante la fisionomia autonoma, il nuovo complesso mantenne costantemente un forte legame con la Casa madre, venendo a costituire, con tutte le altre consociate nel campo dell'elettrotecnica e dell elettromeccanica, uno dei maggiori « trust » dell’industria italiana.
Se la Ercole Marelli, sorta durante la « rivoluzione industriale », abbandonò sotto la direzione del presidente Benni la tradizione paternalistica del fondatore per abbracciare all'avvento del fascismo le ultime teorie dell’« uomo macchina », si può dire che la F.i.M.M. nacque già immersa in questo
543